Le due colture a guscio del noce e del nocciolo hanno meccanismi di risposta all’irrigazione molto simili, ma fabbisogni diversi. Per migliori rese e qualità dei frutti superiore, entrambi necessitano di vedere soddisfatti i fabbisogni irrigui minimi funzionali a esprimere il corretto potenziale produttivo, la condizione indispensabile in ottica di reddito e di rientro dagli investimenti.

ll crescente interesse per la frutta a guscio sta animando il recente dibattito inerente lecolture future su cui investire.

In Italia è forte la tradizione nella produzione di nocciolo e noce, colture che hanno storicamente hanno due diversi tipi di approccio.

Il nocciolo è stato coltivato in quanto specie rustica e resistente con scarse necessità di cure agronomiche in aree spesso marginali, mentre oggi sta conquistando le pianure irrigue.

Il noce, anch’esso rappresentante della flora boschiva, ha invece bisogno di maggiori cure per avere buona produttività.

Entrambi stanno vivendo un periodo caratterizzato da una maggiore attenzione all'evoluzione delle necessità agronomiche: l’irrigazione è una delle variabili più importanti e determinanti per la produttività della frutta a guscio.

Abbandonando la visione di colture rustiche autosufficienti ed entrando nella logica di colture da reddito, se messe a confronto ad oggi si riscontrano due diverse gestioni per due diversi fabbisogni idrici.

Il nocciolo infatti è gestibile con apporti irrigui normalmente inferiori al noce. Diversi studi scientifici hanno ben delineato i benefici dell’irrigazione su nocciolo: distensione dell’internodo, maggiore sviluppo fogliare, maggiore ingrossamento dei tralci e del fusto, anticipo dell’ingresso in produzione con anticipo della differenziazione delle gemme a fiore.

Se l’obiettivo è quello di razionalizzare l’acqua, risorsa che in aree di vocazione corilicola è molto spesso scarsa, massimizzando uniformità, rese e qualità, appare evidente che il sistema più effiace è l’irrigazione di precisione a goccia o localizzata.

A seconda delle esigenze aziendali e di coltivazione del nocciolo (lavorazioni, inerbimento, raccolta), la scelta ricade su impianti a goccia sia nella configurazione tradizionale  in superficie  sia nella più innovativa e utilizzata subirrigazione.

Per quanto riguarda i volumi irrigui, il fabbisogno idrico di un noccioleto è di circa 350 mm da giugno a settembre, periodo che coincide con i mesi di maggiore attività della coltura dovuta all’accavallamento di diverse fasi vegetative e riproduttive, con una media giornaliera di 5 mm nel periodo di maggiore esigenza (la media talvolta può arrivare a 6mm).

Su nocciolo, Netafim consiglia l’utilizzo della doppia ala gocciolante auto-compensante con un passo tra i gocciolatori di 50 - 80 cm e una portata di 1-1,6 l/h a seconda della tipologia di suolo. La configurazione più richiesta è quella in subirrigazione in cui le ali gocciolanti, poste in superficie per i primi due anni di allevamento, vengono poi interrate a una profondità di circa 30 cm e a 40-50 cm dal fusto.  

Fondamentale è considerare le elevate esigenze irrigue del noce, su cui l'irrigazione a goccia ha notevoli benefici.

Una corretta gestione dell’irrigazione sia essa a goccia che in microaspersione permette di ottenere una qualità elevata della produzione, riducendo i gherigli raggrinziti contribuendo a aumentare il calibro e la quantità delle noci.

La coltura del noceha un fabbisogno idrico che si aggira sui 500 mm stagione, con picchi di evapotraspirazione di acqua pari a 7-8 mm al giorno, soprattutto nel periodo più critico da inizio giugno ad agosto. La microaspersione viene solitamente preferita in contesti in cui si vuole mantenere inerbito l’interfila e coprire con l’irrigazione una maggior superficie; essa avviene con l'installazione di un microaspersore per pianta modello Gyronet o Supernet, opportunamente dimensionati per coprire il raggio di bagnatura richiesto. 

La moderna tecnica isubirrigazione offre invece il vantaggio di non avere alcun ingombro fisico dell’impianto e aumentare notevolmente l’efficienza irrigua in quanto l’acqua, erogata direttamente alle radici, non è soggetta a perdite per ruscellamento ed evaporazione.

La subirrigazione consiste nell’installazione, immediatamente dopo il trapianto, di due ali gocciolanti collocate a una profondità di 30-35 cm e a una distanza di 80-100 cm dal tronco. La doppia ala gocciolante Uniram assicura una bagnatura di oltre il 30% del volume terreno occupato dalle radici. 

Le due colture a guscio del noce e del nocciolo hanno meccanismi di risposta all’irrigazione molto simili ma fabbisogni diversi, il nocciolo risulta infatti meno esigente.

Per migliori rese e qualità dei frutti superiore, entrambi necessitano di vedere soddisfatti i fabbisogni irrigui minimi funzionali a esprimere il corretto potenziale produttivo, la condizione indispensabile in ottica di reddito e di rientro dagli investimenti.

Il positivo mercato di questi due importanti frutti richiede un approccio agronomico razionale, con un'attenta e corretta gestione di tutte le variabili agronomiche, a cominciare dall’efficienza dell’irrigazione di cui la tecnica a goccia è la più grande promotrice. 

30 aprile 2021 — Tania Pesalovo